Una nuova importante adesione per il Distretto BioSlow della Sardegna, che da oggi può contare sull’apporto e sul patrimonio di esperienza e di competenza dell’Associazione Città della Terra Cruda, costituita nell’anno 2001 come alleanza tra le città che riconoscono il valore delle architetture e degli insediamenti in terra cruda quali componenti del paesaggio che caratterizzano il loro territorio, come base per un modello di sviluppo sostenibile.

L’Associazione promuove il riuso del materiale terra cruda nella filiera dell’edilizia contemporanea, a partire dalla tutela, dal recupero e dal riuso degli edifici tradizionali in terra cruda promuovendo l’impiego di materiali naturali in edilizia per sostenere l’abitare sostenibile.

Una presenza che, assieme a quella dell’ANAB – Associazione Nazionale Architettura Bioecologica, consentirà al Distretto BioSlow della Sardegna di favorire sinergie e collaborazioni tra settori economici che, se pur diversi, possono convenientemente operare insieme nella direzione di un comune interesse per lo sviluppo sostenibile del proprio territorio.

Nello sviluppo di un progetto di economia circolare, tutte le materie prime, e seconde, dovrebbero essere progettate e riutilizzate al termine del ciclo di vita. Occorre superare i modelli produttivi dell’industria a alto impatto ambientale, sostituendo le materie prime di origine petrolchimica (come la plastica e derivati) con materie prime rinnovabili e naturali.

Per l’edificazione e il recupero delle strutture immobiliari occorre scegliere un modello che preveda il riuso dei prodotti da costruzione e degli scarti, attraverso il riciclo dei materiali di demolizione (previa verifica dell’eventuale assenza di sostanze inquinanti). L’agricoltura è fonte di materie prime ecosostenibili per il settore delle costruzioni.

Dobbiamo rapidamente cambiare paradigma, le tante emergenze che gravano sulle nostre comunità ci impongono di adottare nuovi modelli capaci di tutelare, salvaguardare e valorizzare il capitale naturale: boschivo, marino, collinare, montano, di pianura. La crescita del capitale naturale deve essere incentivata, anche grazie ad azioni di informazione sui benefici ecosistemici da esso prodotti.

I principi di bellezza, equilibrio e armonia devono essere il motore delle azioni di tutela. La salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio artistico e architettonico non possono che avvenire attraverso il restauro conservativo con utilizzo di materiali naturali e nel rispetto della tradizione locale. I centri storici devono essere oggetto di rivisitazione che comprenda la riorganizzazione del tessuto edificato con la riduzione dei volumi incongrui, la reinterpretazione di vuoti urbani funzionali con aree verdi e percorsi d’acqua. Le periferie dei centri urbani devono essere ripensate e rigenerate in un’ottica di inclusività sociale, nuovi modelli di vita sostenibili e un nuovo rapporto con l’ambiente naturale. L’architettura deve porre attenzione ai bisogni materiali, biologici, psicologici e sociali dei residenti.

Un New Green Deal non solo è possibile, ma anche conveniente e il Distretto BioSlow della Sardegna lavora per trovare buone soluzioni!