MANIFESTO BIOSLOW
TERRA | CIBO | ETICA | CLIMA

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1. Dichiariamo finita l’era della rendita di posizione e della crescita illimitata dei consumi

La limitatezza, l’accessibilità e la distribuzione delle risorse sono da tempo diventate questioni vitali per garantire un futuro più equo e sostenibile al Pianeta e alla specie umana. L’agenda di politica economica non può sperare in un’ulteriore crescita dei consumi e, anche in termini individuali, siamo tutti chiamati a stili di vita più sobri, equilibrati e consapevoli.
L’ingresso dell’umanità nel tempo dell’emergenza climatica e delle pandemie richiede un supplemento di coraggio per attuare il più grande ridisegno dei modelli economici di tutti i tempi, da definire con il contributo dell’intera società, dalla comunità locale a quella globale.

Economia ed ecologia insieme per governare la casa comune.

2. Il benessere dei popoli (ri)parte dalla terra

La nuova economia è già esperienza: riportare l’agricoltura al centro significa garantire l’accesso al cibo ad ogni comunità, amare il territorio, proteggere i beni comuni, stimolare il passaggio verso un’economia di transizione ecologica e di condivisione delle risorse (sharing economy).
Ridurre il consumo di suolo significa tutelare il paesaggio come elemento di appartenenza e come patrimonio identitario, garantendo l’armonia tra tessuto urbano e ambiente rurale, ma anche mantenere l’equilibrio degli ecosistemi, dimostrando la nostra capacità di custodire il creato.
Restituire dignità al ruolo dei contadini e dei pastori – depositari di saperi che attraversano il tempo lentamente, stagione dopo stagione – significa riconoscerne la funzione fondamentale nel governo e nella conservazione della terra.
Il loro ruolo insostituibile nella catena di creazione di valore può tornare ad offrire opportunità qualificate ai più giovani, invitandoli ad essere paladini della natura e custodi del futuro.

È la felicità la misura del nostro benessere, non la quantità di prodotti che possediamo e consumiamo.

3. L’amore per la terra dà buoni frutti

La passione per la terra sostiene produzioni di qualità – declinata nei parametri organolettici, ambientali ed etici – favorisce la naturale fertilità del suolo, conserva la biodiversità, esclude l’utilizzo di prodotti di sintesi e di organismi geneticamente modificati (OGM), tutelando la salute dei viventi.
L’agricoltura biologica è un insieme di principi, di valori e di buone pratiche che costituiscono una visione originale del modo in cui l’uomo deve interagire con il proprio ambiente vitale, adottando modalità di produzione che aiutino a non dissipare le risorse disponibili organizzando filiere corte.

Vivere in armonia con la natura, nel rispetto della Terra e degli altri esseri viventi.

4. Siamo tutti co-produttori

La sovranità alimentare pone le aspirazioni e i bisogni di coloro che producono, distribuiscono e consumano cibo all’attenzione dei governi e della politica, assicurando che i diritti d’uso e gestione di terre, territori, acque, semi e allevamenti siano nelle mani delle comunità locali. Ed è in grado di scardinare la dicotomia tra produttori e consumatori: siamo tutti co-produttori e – come tali – ci muoviamo verso nuove relazioni sociali libere da oppressioni e diseguaglianze fra uomini e donne, popoli, gruppi etnici, classi economiche e generazioni.
Riconoscere la centralità della persona significa – di fatto – anche riconoscere il diritto di ciascuno a migrare (l’uomo è sociologicamente e ontologicamente un viandante), ma anche il diritto a rimanere.

Fare agricoltura ci coinvolge tutti, quotidianamente.

5. Il cibo è vita

Riconoscere il valore corretto del cibo significa garantire il diritto a una produzione alimentare sana e generosa, distribuita in modalità accessibili.
E significa anche incoraggiare e sostenere un adeguato livello di qualità nei diversi ambiti della comunità, dalla cultura al sociale, dall’urbanistica alla mobilità, dall’ambiente all’energia, dall’artigianato al turismo, dalla formazione dei giovani alla ricerca, ovvero nelle ragioni stesse di una società.

Il cibo è salute, benessere, piacere, convivialità e cultura: il cibo è vita.

6. Una scelta a favore della sostenibilità

Nel ritrovarsi a fare i conti con SARS e Coronavirus, l’umanità si è trovata di fronte a nuovi interrogativi, nuove paure e nuove inquietudini. Un’emergenza che si aggiunge a quella climatica che chiede ai governi un’agenda di azioni in cui la salute, la sicurezza, la tutela dei beni comuni e la felicità delle persone siano al centro del pensare, dell’agire e degli orientamenti nelle scelte produttive e di consumo, da sottrarre alla miopia della frenesia produttiva.

Tutti i settori dell’economia possono contribuire a porre le basi di un cambiamento di paradigma che valorizzi la vita.

7. Un patto per la bellezza e la felicità

BioSlow è un patto tra coloro che ritengono prioritario e improrogabile un impegno a favore di una strategia di tutela e valorizzazione dell’immenso patrimonio materiale e immateriale che vede nelle comunità locali il luogo e il contesto umano e culturale sinonimo del buon vivere, del gusto, delle tradizioni, del saper fare creativo, della dimensione sociale armoniosa e dal paesaggio in equilibrio tra tessuto urbano e ambienti rurali.
In altre parole, è un patto a favore della bellezza e della felicità, che sostiene un nuovo risorgimento di valori, di idee e di progettualità non soltanto compatibili, a “impatto zero” o vagamente sostenibili, ma capaci di produrre valore nel contesto di un’etica solidale e intergenerazionale.

Un impegno collettivo per disegnare traiettorie condivise.

8. Nutriamoci di genius loci per rilanciare il Made in Italy

Ci appelliamo ad ogni italiano affinché condivida la necessità di sostenere lo “spirito dei luoghi”: quel sapere locale che si nutre di autenticità, di senso civico, di cultura e di identità che affondano le proprie radici con orgoglio nelle matrici popolari, contadine e religiose.
Sosteniamo, tutti assieme, il protagonismo di produzioni che sappiano fare leva su fattori inusuali quali la tradizione, l’artigianalità, la cultura, il rispetto per la persona, il talento, l’ingegno e il lavoro. Che ripartano dalla creatività per agire sui processi, ascoltare le vocazioni naturali, puntare sulla qualità anche nei dettagli e arricchisca il prodotto di un valore aggiunto unico e irripetibile, realizzando “filiere corte dell’accoglienza“.

Un modello di competitività fondato sull’eccellenza.

9. Mobilità dolce

La mobilità dolce, attiva e sostenibile consente di realizzare reti tra territori, paesi, città, parchi e aree protette. Ma anche reti di soggetti che intendano sviluppare modelli condivisi di futuro attorno a biodistretti e corridoi ecologici, ma anche attraverso una nuova dimensione del tempo orientata alla lentezza.
La mobilità opera nel verso di migliorare la vita nelle realtà urbane, adeguando gli stili di vita e creando connessioni tra persone. Nelle aree interne e nelle località considerate “minori“, il fitto crocevia di percorsi di viaggio immersivi – itinerari, rotte, cammini e ciclovie, come ad esempio i Tratturi della Transumanza – consente di sviluppare forme di turismo culturale sostenibile per viaggiatori, esploratori ed ogni persona che ami essere ospitato da comunità accoglienti.

La lentezza è un fattore di coesione e di innovazione sociale.

10. La fiducia nel futuro inizia qui

BioSlow è un patto che guarda al futuro con fiducia, ingrediente fondamentale per respingere le paure senza bisogno di filtri, muri o barriere.
Sospinto dal comune desiderio di uno sviluppo umano integrale, è un patto che vede l’Italia cerniera tra l’Europa e il Mediterraneo in cui è profondamente immersa. Ogni sottoscrittore si impegna per realizzare l’ambizione di un futuro di pace e di dialogo tra tutte le culture e i popoli: uniti nelle differenze, perché…
ogni piccola azione locale può contribuire a cambiare il mondo.

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