Mentre l’Italia, e l’Europa, stanno predisponendo i piani per un “New Green Deal”, noi stiamo già costruendo la nuova “Sardegna Verde”, abbiamo iniziato a condividere idee e strumenti per valorizzare le geniali intuizioni di agricoltori e pastori capaci di scommettere sulle risorse di un’isola meravigliosa, che ancora non riesce a trattenere i suoi figli, costretti a emigrare lontano da casa. Se nel secolo scorso l’isola ha vissuto l’illusione di uno sviluppo industriale che ci ha lasciato in eredità perlopiù disoccupazione e territori devastati, senza minimamente prendere in considerazione l’opportunità di fare sistema con l’agricoltura, oggi vogliamo recuperare la nostra speranza e costruire il nostro futuro valorizzando le risorse migliori della nostra terra: la nostra storia e la nostra cultura, la bellezza dei paesaggi e dell’ambiente naturale con la sua biodiversità, l’agricoltura e l’enogastronomia, la tradizionale ospitalità e il saper fare artigianale.
Vogliamo valorizzare il lavoro dell’apicoltore capace di invasettare i “24.000 baci” necessari alle api per trasformare il prezioso nettare bottinato in siti unici e incontaminati rifornendo i negozi di New York e di altri paesi nel mondo, vogliamo sostenere il viticoltore che ha recuperato l’antica ricetta del vermouth per regalarci i sapori unici che sprigionano i vini sardi sapientemente dosati in nuovi cocktail capaci di sedurre il gusto dei consumatori internazionali, vogliamo sostenere l’opera di resistenza di chi è capace di scommettere sul futuro della pastorizia rinnovando la gamma dei prodotti e le modalità di rapporto con i consumatori.
Vogliamo scommettere sulla capacità di accoglienza dei piccoli borghi, delle aziende agrituristiche e dei tanti ristoratori innamorati della loro terra e dei suoi meravigliosi prodotti per rilanciare il turismo in maniera lenta e intelligente a misura del nostro respiro, per godere il privilegio della scoperta e della conoscenza di un’isola che sa regalarti emozioni in tutti i mesi dell’anno, senza affollamento, in piena sicurezza, con offerte capaci di appagare tutti i sensi.
Potremo continuare ancora parlandovi di olio evo, del pane e dei grani antichi, dei legumi, delle mandorle, degli ortaggi e della frutta, delle erbe spontanee, così come degli allevamenti in stile “bio&brado” o delle attività della pesca e dell’acquacoltura. Potremo ancora parlarvi di artigianato, del tessile o della bioedilizia, del recupero delle architetture e degli insediamenti in terra cruda, delle energie rinnovabili, della mobilità pulita e dell’economia circolare. Non mancheremo di farlo, vi racconteremo tutto con appositi appuntamenti, che stiamo programmando in collaborazione con il canale “SIMTUR Live”, con il titolo “BioSlow: la Sardegna è già futuro!”.
Vogliamo rinsaldare i legami con i pastori sardi che negli anni ’50 e ’60 sono emigrati in Toscana e nel Lazio, mantenendo viva la pastorizia in quelle regioni, vogliamo mantenere il collegamento con i sardi che vivono in altre regioni e paesi e che possono orgogliosamente essere ambasciatori della loro terra nelle nuove comunità dove vivono e lavorano.
Vogliamo offrire l’amicizia a quanti amano la nostra isola e vorranno divenire “cittadini temporanei” per un giorno o per cento giorni nelle nostre contrade. Vogliamo costruire opportunità per chi vorrà tornare a vivere e a lavorare nella nostra isola.
Insomma, il Distretto BioSlow della Sardegna sta già scrivendo un nuovo pezzo di storia sostenendo la nuova agricoltura, biologica e contadina, e la nuova economia capace di garantire la conservazione delle risorse e una produzione buona e sana, per l’ambiente e per l’uomo.
Il progetto “BioSlow” raccoglie l’importante esperienza di costruzione dei Biodistretti sviluppatasi negli ultimi vent’anni, agisce come costruttore di reti, favorisce il partenariato pubblico-privato, la collaborazione tra territori urbani e territori rurali e indica l’opportunità di un’ulteriore evoluzione del modello distrettuale agricolo, che, dopo aver spostato l’attenzione dal settore al territorio, crea reti e sistemi capaci di rendere il territorio protagonista nei profondi cambiamenti che modificheranno l’agricoltura e l’economia negli anni a venire.
La Sardegna è l’isola verde-blu del Mediterraneo e può costituirsi come esempio virtuoso per l’Italia e per l’Europa, puntando a convertire all’agricoltura biologica il 50% della sua superficie agricola.